Gli audiolibri di marzo 🌸
Misofonia, cervicale da editing e pioggia a parte...tutto benissimo!
Ma che problemi ho?
A quanto pare, tanti.
La mia sensibilità uditiva migliora (o peggiora) man mano che passano i mesi e che aumenta il lavoro in cuffia. Che non significa che sento sempre meglio bensì significa che sempre più stimoli uditivi mi attivano, mi distraggono o mi danno fastidio.
Non parlo di iperacusia e non so se posso parlare di misofonia a tutti gli effetti: servirebbe una diagnosi e, al momento, non c’è ancora la possibilità di effettuarne poiché la misofonia non è riconosciuta come patologia ufficiale.
Eppure -Google a parte- quando leggo delle ricerche a riguardo, e approfondisco l’argomento, fatico a non avvicinarmi a questa parola con curiosità perché, a tutti gli effetti, trovo molto di me in quello che leggo.
Alcuni suoni mi irritano e infastidiscono profondamente (come l’abbaiare dei cani, animali che amo tantissimo) al punto che perdo letteralmente la pazienza pur non volendolo oppure sento dolore alle orecchie e al collo; molti suoni invece mi distraggono del tutto e annebbiano la mia capacità di comprensione: i rumori dei piatti, il parlottio delle persone nei negozi, l’accartocciamento della plastica, il rumore del vetro contro il vetro, le frequenze dei vari viva-voce e del telefono, alcuni macchinari (fammi sentire un trapano in lontananza e per me è la fine), certi timbri, alcuni modus respiratori e molto altro…
Per non parlare della contemporaneità di dispositivi accesi e “parlanti”, quello è il miglior modo di farmi girare la testa in tempo zero.
Eh ma che esagerata…
Sì, è quantomeno ovvio che questa sia la reazione media, perché le sensibilità diverse sono meno comprese o tollerate.
In questa escalation di sensibilità uditiva in aumento, ho trovato alleati preziosi: l’igiene sonora, concetto della quale parlo/parliamo spesso che collega con un filo rosso seta tutto ciò che faccio dal 2022, e la meditazione.
Stare nel suono è un allenamento costante alla risposta consapevole, per quanto difficile sia e per quanto, di fronte ad attivazioni fisiche, non funzioni come vorrei.
Eppure non demordo. Mi nutro di silenzio ogni volta che posso, di suoni piacevoli e voci morbide; scelgo cuffie confortevoli, volumi bassi, rumori naturali; non ricordo nemmeno quale sia il suono della mia suoneria e non ho notifiche sonore attive su nessun dispositivo.
Non solo: ho avuto modo di provare alcuni prodotti della Flare Audio*, che mi ha gentilmente inviato due modelli dei loro Calmer® (nello specifico i Soft e i Pro) e un Earshade®.
Ero già pratica di auricolari con abbattitore di dB, li ho provati e li uso spesso in situazioni di rumori [per me]forti, e non avevo mai considerato l’uso di prodotti più leggeri, specifici -appunto- per la misofonia.
Per adesso mi sono dedicata solo all’uso dei Calmer® durante il giorno e in diversi posti come: fiere del fumetto, centri commerciali, eventi dedicati al podcasting e alla radio, conferenze e presentazioni.
Devo dire che sono rimasta piacevolmente stupita, al punto che ho scritto loro per chiedere informazioni in più su “cosa” succede quando li indosso perché, all’istante, mi sento più calma e ritrovo la centratura con più facilità, al punto che li metto anche quando non ci sono rumori molesti ma ho solo bisogno di concentrarmi (come adesso che sto scrivendo).
Mi hanno spiegato che il design della capsula in silicone, frena il rimbalzo delle onde sonore nel condotto uditivo, riducendo la quantità di distorsione che arriva al timpano.
Nella mia personalissima esperienza, il contatto della capsula nel padiglione agisce come una specie di coccola, come quando hai freschino e ti metti la coperta mentre sei sul divano: il corpo immediatamente si rilassa.
Ecco, mi succede esattamente questo e per me è magia.
Certo, al Megacon a Genova, accanto al palco su cui cantava Giorgio Vanni e circondata da centinaia di persone che ballavano e urlavano la sigla di Dragon Ball…beh non sono stati sufficienti per evitarmi le vertigini, ma in tutte le altre occasioni in cui li ho indossati devo dire che sono stati preziosi alleati per la mia quiete mentale.
Tu hai mai avuto esperienza con prodotti simili? Mi racconti che ne pensi e come ti sei trovata/o?
La consapevolezza di suono e voce è il mio focus, sia nel mondo degli audiolibri, che nella vita privata, nelle relazioni personali e nelle attività digitali. La meditazione è il mio strumento più grande, ed è ciò che porterò in academy in questo 2024, con la precisa volontà di dare spazio a questo aspetto trascurato dello spettro della sensibilità.
*gli auricolari mi sono stati inviati per il test Endorser, quindi sottolineo il fatto che non li ho pagati, sono contenuti #adv ma non vengo pagata per parlane bene; ciò che dico deriva dalla mia esperienza degli ultimi 3 mesi con l’utilizzo di questi prodotti.
Super progettone audiolibroso
Sto lavorando ad un super-progettone con la mia Voice Family di Mettiamoci la Voce, mi concedi il tempo di un caffè per barrare due caselline e dirmi qualcosa sulle tue abitudini di ascolto?
Premessa ricorrente
Da brava persona auditiva e con discreta sensibilità sonora -forse misfonia ma non ne siamo certi-, le mie recensioni sono sull’uso della voce, sulla narrazione e sull’efficacia della lettura; non parlo di trame, storie e potrei fare esempi qua e là ma, nella maggior parte dei casi, non rischi spoiler.
Ascolto i titoli da dispositivo mobile e con cuffie di media qualità, per avere un’impressione quanto più neutrale; non sono pagata da nessuno per queste recensioni, cerco di essere imparziale anche quando recensisco titoli di lettori o editori che conosco o con cui collaboro e, per trasparenza, non inserisco nelle recensioni titoli a cui ho preso parte alla produzione in qualsiasi ruolo.
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Il segreto della curatrice
Di Laura Usai, letto da Francesca Vettori.
Mi sono messa le cuffie e mi sono goduta la lettura di Francesca.
Ritmo morbido, voce calda e leggermente roca, pause e ritmi eleganti.
L’intelligibilità è buona, la prosodia efficace e nel complesso molto gradevole nel portare la storia.
C’è poca differenziazione tra i dialoghi e la narrazione, alcuni attacchi si confondono e, a tratti, la prosodia si mescola tra voce narrante e personaggi, il che richiede una dose di attenzione maggiore per tenere il filo della storia e comprendere ciò che accade.
I respiri sono modulati bene e sono presenti (grazie al cielo!) ma non troppo spessi; solo in alcuni punti -quando la voce è sensibilmente stanca o le apnee troppo lunghe, spiccano in mezzo alle frasi del narrato, il che contribuisce a confondere nella distinzione fra narrazione e parlato.
La voce di Francesca è calda, odora di sottobosco autunnale, quando a terra, sotto i piedi, scricchiolano gli aghi di pino e i ricci delle castagne; ha i colori caldi del cioccolato fondente (Pantone 19-1317 TCX Bitter Chocolate) e le sfumature delle mandorle caramellate, con quel sapore croccante di zucchero e il retrogusto amaro della mandorla fragrante e calda.
Gwen convive da sempre con il peso del suo potere, che la porta a viaggiare e a cambiare nome in continuazione, senza possibilità di legarsi a luoghi o persone. Tutto cambia quando attira l’attenzione del dottor Peter Collins: affascinato dal suo dono, l’uomo le propone di fargli da assistente nella città in cui è stato chiamato a operare; e Gwen, messa alle strette da una serie di eventi, non può fare altro che accettare. Una decisione obbligata, che la vedrà costretta a fidarsi di un uomo che ancora non conosce, andando incontro, per la prima volta, a un futuro che non ha progettato lei...
NON È UN DONO. È UNA MALEDIZIONE.
Questo è il primo volume della collana "La Curatrice"; il secondo volume è "La donna senza nome".© 2023 SAGA Egmont (Audiolibro): 9788728575819
La zona d’interesse
Di Martin Amis, letto da Andrea Failla
Ammetto che l’intro mi ha fatto quasi desistere dall’ascolto, ma bisogna arrivare al capitolo 1 per ascoltare la lettura pura di Andrea.
Il testo non è facile, partiamo da qui.
Complesso, intenso, ricco di immagini e con la richiesta di stare lì, nella storia, con tutta l’attenzione alla voce, che ha l’arduo compito di riportare un inchiostro difficile.
Le pause di questo testo sono complesse da gestire e qui il lavoro di editing è fondamentale perché, in ascolto, non possiamo sapere se i silenzi che sentiamo siano i ritmi di Andrea o il ritocco della post-produzione.
Personalmente le trovo un po’ serrate, con poco spazio per il deposito del contenuto e la difficoltà di capire chi sta parlando o pensando.
La difficoltà del testo, però, è tale sia per il narratore che per il tecnico: non è semplice lavorare un testo di questo tipo.
L’intelligibilità di Andrea è buona, e la prosodia ritmata, differenziata e coinvolgente;
le intenzioni trasmesse bene in suono, le melodie giocate abilmente e i toni variati quanto basta per tenerti sul pezzo.
La sua voce sa di uvetta, nocciole e rhum mescolati al cioccolato al latte (la Ritter fa una tavoletta con quel gusto preciso, giuro!), coccola i miei padiglioni e mi ricorda la consistenza dei datteri, quelli cicciottelli e morbidi di qualità medjoul; il colore mi arriva confuso da descrivere, sulle sfumature di quel miele scuro, amaro, di melata, quando lo fai colare dal cucchiaino e si rischiara alla luce.
«C'era una volta un re, e questo re incaricò il suo mago prediletto di fabbricare uno specchio magico. Questo specchio non ti mostrava il tuo riflesso. Ti mostrava la tua anima - ti mostrava chi eri realmente». E il campo di concentramento è quello specchio. Nella zona d'interesse del campo, Golo Thomsen, nazista mediocre, riscopre un sentimento che pareva impossibile in quel luogo e in quel tempo. S'innamora di Hannah Doll, una donna sposata, che come lui sta scrutando lo specchio per capire chi è. Ma c'è un problema: Hannah è la moglie del Comandante: il cinico, spietato, grottesco Paul Doll.
© 2024 Einaudi (Audiolibro): 9788858492666
Alive
Di Alessandro Pasquinucci, letto da Dario Sansalone
Adoro le “r” di Dario, legge con dinamismo e ha un timbro brillante davvero piacevole da sentire.
Il ritmo di lettura è vivace, la prosodia varia e ingaggiante: i toni non sono monotoni, le intenzioni abbastanza marcate anche nella narrazione in terza persona; il regionalismo ogni tanto esce, soprattutto nel raddoppiamento fonosintattico.
L’intelligibilità e buona, anche se ogni tanto le vocali si perdono nei passaggi articolati da cui escono più le consonanti; i punti in cui la lettura rallenta sono più piacevoli, le pause (ricordiamoci che c’è un editing di mezzo!) sono un po’ tirate, e ok l’ansia…ma anche meno 😅
La voce di Dario sa di arancio dolce e grano, come l’interno della pastiera ma senza tutto lo zucchero che ci mettono le pasticcerie, quel tipo di dolce genuino, non sintetico; il colore è vagamente rosato, come quei rosa antico caldi che virano al rosso (Pantone 17-1633 TCX Holle Berry) e al tatto sa di lenzuola pulite stese al sole.
Due adolescenti, un colpo di fulmine sulle rive dell'Isola D'Elba, giorni passati a scriversi in chat, un appuntamento mancato, poi più niente. Sono passati sei mesi dal loro ultimo incontro, quando Alice scrive a Giulio sostenendo di essere in pericolo e pregandolo di tornare sull'isola per aiutarla. Il ragazzo decide di assecondarla ma, appena sbarca, inizia a capire che sta succedendo davvero qualcosa di strano e che lei potrebbe non essere la sola in pericolo. Cosa è accaduto davvero la notte del loro ultimo appuntamento? È in quel dubbio che si cela la risposta, la chiave di tutto. Starà a lui ricostruire, in una lotta contro il tempo, l'intricato puzzle rimasto incompiuto durante quei mesi di assordante silenzio. E tessera dopo tessera, indizio dopo indizio, a emergere sarà una verità che nessuno vorrebbe mai conoscere.
© 2024 Storyside (Audiolibro): 9789180563093
I tarocchi e la tradizione iniziatica
Di Daniele Palmieri, letto da Nicola Bonimelli.
Da brava appassionata di tarocchi non potevo non cogliere al volo l’occasione di ascoltare la versione audio di questo libro, specie se letto da Nicola che tanto mi è piaciuto nella lettura di Taleb (complicatissima!).
Partiamo dal dire che il testo è un saggio, dunque di natura meno leggera in lettura, specie a voce alta.
Il mio primo pensiero è stato: a Nicola questo libro ha fatto proprio schifo.
Nicola, se mi leggi, mi racconti com’è andata la registrazione? Perché mi sembra così strano sentirti in questo modo!
Buonissima intelligibilità e ritmo super efficace (specie per un saggio), difficile da ottenere su testi non narrativi; come sempre le pause sono soggettive e condizionate dall’editing, ma sono gestite abbastanza bene.
Dov’è il problema quindi?
Soprattutto nelle citazioni, ma anche in diversi punti del testo, la lettura arriva così staccata e fredda da sembrare quasi lette da intelligenza artificiale; il secondo pensiero (il primo è sempre che abbia davvero patito il testo) è che ci siano state così tante re-take da finire per comporre qua e là un patchwork vocale e il terzo che, per x circostanze, abbia registrato in velocità e senza preparazione o possibilità di successivi ritocchi dunque buona come esce.
Non tutti sanno che spesso i narratori leggono con i tempi tirati, con l’ansia dell’orologio o la pressa dei vari collaboratori in regia; ma di questo parleremo in altri lidi.
Il risultato non impatta tanto sulla piacevolezza o meno, che resta sempre soggettiva, quanto più sul carico cognitivo dell’ascoltatore, che rileva così tante incoerenze sonore da non riuscire a seguire il narrato con l’attenzione che si vorrebbe -invece- dare ad un saggio tanto pieno di informazioni.
La voce di Nicola, qui e solo qui, mi arriva dunque al tatto come la scocca di alluminio dei pc di nuova generazione: satinata e fin troppo liscia; il colore è grigio-blu, come quello di alcuni scogli mezzi asciutti (Pantone 18-4217 TCX Bluestone) e il sapore è balsamico come l’aceto di Modena, che con il pane di grano duro ci sta così bene!
Se lo ascolti, fammi sapere le tue impressioni.
Il ragazzo che salvò un’orsa
Di Nizrana Farook, letto da Dario Borrelli.
Ho adorato l’intro musicale.
Devo dire che sono un po’ confusa da questa lettura che, ci tengo a precisarlo, mi piace molto.
La confusione deriva dal fatto che buona parte della narrazione suona come un documentario e i dialoghi sono invece molto vivaci. Non riesco a capire se sia una scelta stilistica o meno ma è un elemento che mi lascia interdetta.
Mi piace la sonorità documentaristica perché mi riporta, appunto, all’ambiente meraviglioso della divulgazione; al tempo stesso mi stona un po’ il cambio prosodico se entro nella storia, che è dichiaratamente per bambini.
Questo è l’aspetto affascinante dell’attuale espansione della narrativa audio per bambini: c’è spazio per ogni genere di suono e l’efficacia della lettura non è valutabile da “noi adulti” perché le nostre orecchie non sentono la magia come quelle dei bambini.
La voce di Dario è genuina come un piatto di spaghetti al finocchietto con il pan grattato tostato al posto del formaggio grattuggiato (se non li hai mai mangiati…fidati, provali!); vive nei toni del verde delle chiome degli alberi (Pantone 16-6340 TCX Classic Green) con i giochi di luce e il rumore del vento tra le fronde.
Nuwan è stufo: sembra che i suoi genitori abbiano occhi solo per Krish, suo fratello maggiore. Per dimostrare a tutti di non essere da meno, decide di partire al suo posto per consegnare alcuni libri nella Città del Re. Ma il ragazzo non immagina che questo viaggio avventuroso, attraverso foreste selvagge e oscuri sentieri, lo porterà a imbattersi nella temibile orsa Karadi e a dover salvare da una coppia di ladri spietati la preziosa Chiave di Nissanka. Riuscirà a riconsegnarla alla regina? Terzo volume della serie ambientata nell’isola di Serendib. Titolo originale: The Boy Who Saved a Bear. Text © Nizrana Farook, 2023. Cover © David Dean, 2023. This translation of The Boy Who Saved a Bear is published by arrangement with Nosy Crow Limited. Traduzione di Rachele Salerno. © 2024 Emons Italia S.r.l. Per l’audiolibro: © 2024 Emons Italia S.r.l.
© 2024 Emons Audiolibri (Audiolibro): 9788869861642
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Tempo & Suono, Consapevolezza Vocale e Igiene Sonora; credo che Fare Voce è Fare Anima, che l’udito è una forma tattile e che la narrazione audio è un gesto di relazione di grande impatto emotivo.
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Conduco incontri di meditazione mindfulness con focus sonoro, organizzo e conduco incontri mindfulness-based con particolare attenzione sul suono, per lavorare sull’asse corpo-respiro-voce.
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Valentina Ferraro | La Musifavolista
Produco e Faccio Produrre Audiolibri, Vocal coach per Narratori