Del viver leggendo e altre leggende
Di voci AI, metodo, diario di voce, e un paio di specifiche per aspiranti narratori di audiolibri con i piedi per terra.
Giugno col bene che ti voglio, però io aspetto luglio per staccare un po’.
Anche se so che finirò per lavorare tutto il mese lo stesso, e arriverò ad agosto bollita come le patate per l’insalata russa!
D’altronde è anche vero che aver scelto di investire in uno studio e nell’attività di Mettiamoci la Voce implica la consapevolezza di dover affrontare i primi anni a testa bassa e con il paraocchi, tirando la slitta come Buck ne Il Richiamo della Foresta…
Insomma è sempre una questione di scelte, giusto?
Così, nello stress continuo di corse mirabolanti tra testi ed editing, nel riverbero di voci in cuffia da tagliare e cucire, dedico molto più tempo del solito al silenzio, alla meditazione (anche se non quanto vorrei) e all’igiene sonora.
Grandi alleati in questo, come al solito, i piccoli gesti di cura del mio spazio sonoro:
il rumore delle onde del mare o della pioggia quando la natura lo consente
la web app di lifeat.io quando lavoro e devo concentrarmi isolandomi dal resto del mondo
l’allenamento quotidiano sul respiro, con lavoro sui vari diaframmi e la rinnovata ricerca dell’omestasi claudicante
una particolare attenzione per il mio corpo e per l’attuale imprevedibilità della malattia di Crohn
il nuovo modello di Calmer® taglia piccola che sto AMANDO alla follia perché mi vestono ancora meglio della taglia standard (e ci tengo a precisare che li ho comprati, non mi sono stati inviati) al punto che ormai li ho sempre al collo insieme a me.
Qualcunə sta cominciando a darmi feedback sull’uso di questi auricolari e sono felicissima di leggere tanta condivisione di attivazione uditiva in risposta a certi suoni…mi sento molto meno sola!
Oggi, ad esempio, ero al Libraccio e una signora continuava a parlare ad alta voce, con un timbro particolarmente ruvido, come il crine delle spazzole/scrub per il corpo indurite, e io ho letteralmente sentito salire la rabbia nelle viscere: sono dovuta scendere al piano di sotto perché non riuscivo più a concentrarmi su quello che dovevo cercare (e anche per evitare di continuare a sbuffare ogni volta che la povera signora apriva bocca).
Frase di rito: non lo faccio apposta. Vivo fisicamente ed emotivamente una risposta a negativa a certi suoni o rumori; si chiama misofonia e me prendo cura in diversi modi tra i quali alcune protezioni auricolari.
Ai concerti e negli ambienti molto rumorosi nei quali non devo badare a gente che parla (ad esempio nei palazzetti dello sport quando vado a vedere le partite di volley) indosso gli Alpine MusicSafe Pro che abbattono i dB dell’ambiente intorno a me.
Funzionano benissimo sul volume generale ma se devo parlare con qualcuno sono un po’ scomodi perché, appunto, abbassando tutti i volumi rendono più faticoso concentrarsi sul parlato altrui e spingono ad alzare il proprio volume del parlato.
Ma ragazzi, senza quelli indosso quando l’arbitro fischia e il suono riverbera a me viene proprio la nauesa!
Nella vita di tutti i giorni, tra luoghi più o meno affollati e attivazioni del caso, uso i Calmer® di Flare Audio, di cui sono endorser (infatti il link è in affiliazione) che mi hanno salvato la vita sociale diverse volte.
Questi auricolari abbassano leggermente il volume solo di alcune frequenze e diminuiscono la pressione sonora percepita sul timpano, aiutandomi a non venir “attivata” da quei suoni che normalmente mi attivano.
A proposito, visto che ogni tanto mi chiedi supporto per la scelta della taglia: consiglio prendere il modello con la doppia taglia al costo di un cappuccio+brioches in più: di sicuro ti vestono entrambi, uno dei due meglio dell’altro, e hai sempre un paio di scorta da lasciare in borsa o al lavoro che-non-si-sa-mai.
La misofonia è spesso indice un’eccessiva1 sensibilità uditiva e appartiene alla sfera dell’alterazione della percezione uditiva; cambia da persona a persona dunque non è facile redigere un elenco universale dei suoni che danno fastidio ma, indicativamente, ci attivano suoni come
l’abbaiare dei cani (pur amando i cani)
i rumori di masticazione o salivazione
i rumori dei passi o dei tacchi
clacson, sirene, rumori di vetro rotto
rumori e suoni legati ad una persona nello specifico
(…)
Anche tu vivi una condizione simile? Se sì, sono molto curiosa di sapere che protezioni usi e, soprattutto, quali sono i suoni che ti attivano ;)
Questione di AI
DI recente, mentre cercavo nuovi ascolti per le recensioni degli audiolibri, mi sono imbattuta in alcuni testi letti da voce AI in italiano.
Di impressioni, arrabbiature e considerazioni te ne parlerò in un prossimo episodio di Narratrice Nomade e nella newsletter di fine mese ma, nel frattempo, ti segnalo la newsletter di Andrea De Cesco, Questioni d’orecchio, nella quale ha trattato l’argomento AI parlando delle tutele ideali/possibili attuali o meno per integrare questo strumento in maniera lecita e consapevole nella comunicazione.
Riporto questo estratto particolarmente importante e ti lascio il link per leggere l’intero numero.
La Carta dei diritti dell'ascoltatore nell'era dell'IA
Masters of Scale, podcast di business e marchio della media company WaitWhat, ha messo a punto delle linee guida mirate a rendere l'uso dell'AI in ambito podcast più trasparente possibile. E ha individuato così i 4 diritti degli ascoltatori nell'era dell'intelligenza artificiale:
1. Il diritto di sapere se la voce di un conduttore o di un ospite è stata sintetizzata o clonata con strumenti di AI.
2. Il diritto di sapere quando le parole di qualcuno sono state modificate con strumenti di AI, anche solo per ottenere chiarezza e precisione.
3. Il diritto di sapere quando un modello linguistico di grandi dimensioni (LLM), come ChatGPT, è stato utilizzato per generare una parte significativa dello script di un podcast.
4. Il diritto di sapere se la voce che si sente nel contenuto di un podcast non proviene da un essere umano associato ad esso, ma è stata generata utilizzando una piattaforma AI text-to-voice o voice-to-voice.
Ho fatto un po’ ricerche in merito, anche sulla presa di posizione di Meta che introdurrà la segnalazione “contenuto creato con AI” e ho tristemente scoperto che le proposte attuali riguardano unicamente immagini e video, dunque il compartimento visivo della vita digitale.
Personalmente ho sentito molta amarezza nel leggere queste specifiche, ma penso anche che sarà inevitabile estendere la tutela anche ai prodotti audio: così come le piattaforme di audiolibri devono dichiarare che la voce narrante è una AI, lo stesso accadrà sui social e nella comunicazione.
E se non accadrà…lo faremo accadere con petizioni, richieste e movimentazione.
Ricordiamoci sempre che abbiamo il diritto di sapere se stiamo interagendo -in qualsiasi modo- con una persona o con una macchina.
Nelle puntate precedenti…
Il Salone del Libro mi ha dato così tanti spunti che ne ho parlato, in modi più o meno diretti, nelle puntate del mese scorso.
Una puntata è stata registrata a braccio e con mille caffè, direttamente dalla sala stampa (anzi appena fuori per non disturbare i giornalisti veri che erano super indaffarati)
E poi ho voluto dare una seconda occhiata alle slide di Audible e NielsenIq commentando i dati; alcune informazioni sono già state divulgate, altre te le dò in anteprima in attesa che sul blog di Audible vengano pubblicate le slide ufficiali.
Mi sono poi divertita a porre 5 domande utili per narratori di audiolibri, nella speranza che siano di aiuto ai percorsi professionali e personali di ciascuna voce narrante all’ascolto.
Su LinkedIn invece ho parlato di “Metodo per l’Audiolibro” in un articolo di Voce, Anima e Pop Corn, la mia rubrica più o meno bisettimanale.
Leggi l’articolo completo qui ;)
Diario di Voce#1
Ho iniziato a cantare nel 2009 e ho smesso nel 2017/18, continuando a canticchiare sotto la doccia ma nulla più. Qualche mese fa, trovandomi finalmente nel nuovo studio di Mettiamoci la Voce, ho voluto darmi al canto e….mi sono scoperta senza più registro di fischio, con il mix debolissimo, la voce di testa flebile e quella di petto affaticata.
Mi è preso il panico, ma quello vero, perché se non riesco più a cantare, io chi sono?
Ho diverse inclinazioni artistiche, ma non mi è mai pesato non dipingere o scrivere storie. Il canto no: non ho mai passato un giorno della mia vita senza far voce perché mi è necessario per processare i sentimenti; e se, quando mi serve di farlo al pieno della sua potenza, la voce non ha la forza di uscire come mi vive dentro, mi sento viva e presente a me stessa solo a metà.
Potresti aver letto di questo mio periodo di ritrovamento nella newsletter di Mettiamoci la Voce, dove ho anche parlato della dimensione del gioco rispetto a quella della performance, argomento correlato estremamente importante.
Dunque mi sono fatta una promessa: quella di recuperare ciò che posso con impegno ed esercizio quotidiano, e già che ho una newsletter la sfrutto per condividere sfumature di questo percorso, nella speranza che là fuori ci sia una persona che possa sentirsi abbracciata da ciò che scrivo.
“Sii la persona della quale avevi bisogno, quando avevi bisogno e non c’era nessuno”
I temi del cambiamento, dell’invecchiare e della perdita di pezzi di sé sono vivi e condivisi da molte persone lì fuori, quindi mi piacerebbe sapere se anche tu hai perso pezzetti di te per strada, se li hai ritrovati, li stai ritrovando o li hai lasciati andare per fare spazio al nuovo.
Vivere leggendo
Nel 2019 mi sono prefissa un obiettivo: fare della narrazione audio il mio lavoro;
siamo nel 2024 e, a distanza di 5 anni, la strada è ancora in costruzione perché man mano che raggiungo tappe, me ne pongo di nuove e allungo il percorso.
Nel frattempo, però, mi imbatto sempre più spesso in persone che mi chiedono come si fa a lavorare con la voce e vivere di audiolibri, e la risposta è una sola: si fa nel modo che costruisci e tu e no, non è possibile pensare di vivere solo facendo audiolibri senza una struttura/strategia/contesto alle spalle.
A meno che, ovvio, tu non abbia un capitale di investimento particolarmente generoso cui fa riferimento, ma anche in quel caso non è scontato riuscire a fare solo quello.
Molto più realisticamente, la professione del narratore di audiolibri è uno dei diversi aspetti del professionista della voce, che può essere al contempo doppiatore, attore, speaker o altro.
Ci sono poi diversi aspetti da considerare, espresse in domande da porsi:
si vuole essere voce narrante per studi?
si vuole aprire un home studio per produrre per terzi?
si vuole diventare produttore o editore?
Ogni opzione comporta diverse scelte relative a modus lavorativi, posizioni fiscali e configurazioni commerciali, investimenti necessari, competenze e rete da sviluppare.
Non è un gioco da ragazzi mettersi sul mercato, non è semplice e, a volte, non è meritocratico: non è detto che essere davvero molto bravi sarà il motivo per cui verremo (o non verremo) scelti da una produzione.
Allora che si fa, si rinuncia?
Si sceglie consapevolmente.
Sapere che il mondo professionale là fuori non sarà per forza rose e fiori ci serve per capire se e quanto vogliamo mettere in gioco di noi nel perseguire l’obiettivo, oppure cambiarlo.
Ogni tanto mi sento dire che a dir queste cose rischio di demotivare le persone, ma io trovo che sia molto più efficace parlare onestamente e abbattere la paura della fatica, perché il segreto è tutto lì: metterci impegno consapevole e non aver paura del risultato ottenuto, quale che sia.
So che è difficile, voglio continuare?
Sì —> molto bene, capisco come raggiungere l’obiettivo.
No —> molto bene, capisco quale nuovo obiettivo mi voglio dare.
Non parliamo di vittoria o fallimento, parliamo di crescita come persone e come professionisti, e in questo senso è poco utile parlare di giusto o sbagliato, quanto più di esperienza e come lasciamo che questa ci nutra.
Tu come la vedi? Leggo volentieri le tue risposte :)
Vuoi lavorare con me?
Lavoriamo bene insieme se ci scegliamo consapevolmente.
Vuoi produrre il tuo audiolibro? Devi registrare un audiolibro per qualcuno e ti serve regia o post-produzione? Potrei essere la persona che fa per te ;)
Di cosa mi occupo
Audiobook Producer, vocal coach per narratori e podcaster;
consulente di produzione per l’editoria audio, regista e tecnico di post-produzione di audiolibri, narratrice indipendente, formatrice di propedeutica vocale, podcaster, facilitatrice di meditazione mindfulness, Igiene Sonora e Circle Reading®; operatrice di tecniche di arte-terapia a orientamento creativo.
Cosa devi sapere di me
uno dei miei fumetti preferiti è Battle Angel Alita
sto rivedendo tutto il ciclo Marvel in ordine cronologico
anni fa ho avevo un ratto domestico addomesticato
da bambina volevo fare la biologa marina
alcuni elementi di questa lista cambiano ad ogni invio
Blog e articoli: Voce, Anima e Pop Corn su LinkedIn | Mettiamoci la Voce, il blog
Podcast divulgativi: Narratrice Nomade | Mettiamoci la Voce
Youtube:La Musifavolista | Mettiamoci la Voce
Newsletter: Narratrice Nomade | Mettiamoci la Voce
I vari progetti: https://linktr.ee/lamusifavolista
il termine “eccessiva” mi dà molto fastidio perché sottende che ci sia una quantità “giusta” di sensibilità che noi soprassiamo, ma per spiegare questo fenomeno mi rendo conto sia più immediato utilizzare frasi comuni da contestualizzare al meglio