Gli audiolibri di aprile 🌷
Nuove app di ascolto, i preparativi per il Salone e i troppi caffè di un aprile che è più un ottobre.
Tra suoni indicibili e rumori innumerevoli…
…ho superato la strada per l’editing, oltre la città del Fastidio.
Sono al lavoro su alcuni audiolibri da ri-editare previo ritiro dalle piattaforme per non-gradimento di suono, e sto lavorando su una voce molto particolare, bella ma difficile, che mi impegnerà qualche ora più del previsto per sistemarne la resa.
Vivo una commistione di emozioni mista che provo a riassumerti per punti
imbarazzo perché metto mano ad un lavoro non mio e devo “migliorarlo”
felicità perché a me fare editing e sistemare il suono piace, non c’è niente da fare
stupore perché mi chiedo come sia possibile che, a case editrici paganti, vengano consegnati titoli con una post-produzione pressoché inesistente come questa*
cazzimma perché mi rendo sempre più conto che sia importante aprire il dialogo sulla qualità e sull’importanza delle competenze specifiche necessarie alla produzione editoriale in audio
*Specifico due cose in merito perché ci sono due soli orizzonti possibili se la registrazione richiede un editing molto lungo in termini di tempo/costo, ad esempio con voci impegnative con respiri molto rumorosi, mouth sound molesti, prese di fiato ad-cazzium e tempi narrativi che devi smontare e rimontare.
Caso A: l’editore/autore non può/riesce/vuole investire nel giusto costo e il compenso non copre le ore di lavoro necessarie: non ho soluzioni da suggerirti perché ciascuno lavora con il proprio modus, ma è facile che in questo caso la post-produzione non sia la migliore possibile.
Caso B: l’editore/autore può/riesce/vuole investire nel giusto costo e il compenso copre le ore di lavoro necessarie: ecco, qui se fai un lavoro fatto male sei proprio un filibustiere.
A proposito, ti va una puntata di Narratrice Nomade sulla gestione di fiati e respiri?
Fammelo sapere :)
In cuffia tutto bene?
Il mio rapporto d’amore con i Calmer® prosegue.
E siccome la mia Vergine da qualche parte deve uscire, oltre a fare ricerche sulla misofonia, ho chiesto alla Flare Audio se avessero delle ricerche interne da passarmi e…le avevano.
In effetti le ricerche dimostrano che le frequenze del parlato rimangono perfettamente udibili, mentre diminuisce la SPL (livello di pressione sonora) sul timpano nelle frequenze tra i 2000 e gli 8000Hz, con un notevole miglioramento nella tolleranza a echi, rumori d’ambiente assortiti e -nel mio caso- diminuendo la reattività a quei rumori che normalmente mi infastidiscono o mi causano risposte negative
Sempre nel materiale inviatomi ho scoperto che i miei amati Calmy -per gli amici- si usano molto bene anche in cuffia (specie per gli audio distorti) e ho deciso di fare una prova: tutti gli audiolibri di questo numero sono ascoltati con gli auricolari sotto le cuffie.
(segnalo #adv e link affiliato)
Posso già dirti che indossarli in questo modo è strano ma piacevole.
Prossimo step: ascoltare la musica in questo modo.
Nel frattempo ho preso anche un modello in doppia taglia (normal e small) per capire quale vesta meglio, e sono tentata di provare anche quelli da notte…ma mi fa senso pensare di dormire con qualcosa nelle orecchie, quindi ci penso un attimo.
Ti aggiorno, promesso, ma se nel frattempo li provi anche tu sono curiosa di sapere come ti stai trovando ;)
Premessa ricorrente
Da brava persona auditiva e con discreta sensibilità sonora -forse misfonia ma non ne siamo certi-, le mie recensioni sono sull’uso della voce, sulla narrazione e sull’efficacia della lettura; non parlo di trame, storie e potrei fare esempi qua e là ma, nella maggior parte dei casi, non rischi spoiler.
Ascolto i titoli da dispositivo mobile e con cuffie di media qualità, per avere un’impressione quanto più neutrale; non sono pagata da nessuno per queste recensioni, cerco di essere imparziale anche quando recensisco titoli di lettori o editori che conosco o con cui collaboro e, per trasparenza, non inserisco nelle recensioni titoli a cui ho preso parte alla produzione in qualsiasi ruolo.
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L’intestino Felice
Di Giulia Enders, letto da Giada Bonanomi.
I titoli divulgativi, secondo me, sono tra i più difficili da rendere in maniera efficace.
Il ritmo va gestito in maniera diversa da ogni altro tipo di testo, intonazione e accenti diventano quasi una strategia e, in quest’unica occasione, il timbro può avere a tutti gli effetti il potere di influenza l’esperienza d’ascolto.
Come sai, la voce di Giada è stata per me zona di comfort ne “La Regina di Scacchi” a febbraio, ma in questo testo mi lascia un po’ interdetta la scelta stilistica dell’entusiasmo accentuato nella lettura.
I toni usati sono ,a tratti, più vicini alla narrativa fantastica o ai racconti di magia (vedi: fiabe) che ad un testo sì leggero, ma sicuramente di interesse per chi ascolta un testo del genere.
Avendo il morbo di Crohn dal 1999 ho letto molti testi divulgativi su intestino&company e in questo -che ovviamente conosco- riconosco una semplicità di linguaggio di sicura efficacia per chi “si avvicina” al magico mondo delle disfuzioni digestive; tuttavia la scelta di far leggere il testo con questo modus squillante mi trasmette subito un senso di “Siamo fatti così” che un po’ stona con la mia sensibilità sull’argomento salute.
La voce di Giada, a prescindere, è sempre uno zucchero da ascoltare, e riesce ad alleggerire l’ascolto con una prosodia sempre interessante e ben modulata.
I tempi sono narrativi ma ben lavorati, la voce danza sul testo come su un racconto ma quel retrogusto da fiaba e la squillantezza della lettura, secondo me, ecco, non ci stanno.
In questa lettura la voce mi arriva striata di giallo e asprigna come i limoni non troppo maturi, con il punto di amaro dell’albus; al tatto è morbida come il cotone ma di quei filati sottili che usiamo in estate, quando fa più caldo che altro.
Ecco, a livello sinestesico, l’incoerenza che -personalmente- sento tra testo e scelta di lettura, mi porta a cambiare la percezione sensoriale della voce (se la paragoni all’altra recensione, puoi constatare la differenza di gradimento epidermico).
E sono curiosa: come la senti tu, questa lettura?
L'intestino è un organo pieno di sensibilità, responsabilità e volontà di rendersi utile. Se lo trattiamo bene, lui ci ringrazia. E ci fa del bene: l'intestino allena due terzi del nostro sistema immunitario. Dal cibo ricava energia per consentire al nostro corpo di vivere. E possiede il sistema nervoso più esteso dopo quello del cervello. Le allergie, così come il peso e persino il mondo emotivo di ognuno di noi, sono intimamente collegati alla pancia. In questo libro, la giovane scienziata Giulia Enders ci spiega con un linguaggio accessibile, spiritoso e piacevole, unito ai disegni esplicativi della sorella Jill, quel che ha da offrirci la ricerca medica e come ci può aiutare a migliorare la nostra vita quotidiana. "L'intestino felice" è un viaggio istruttivo e divertente attraverso il sistema digestivo. Scopriremo perché ingrassiamo, perché ci vengono le allergie e perché siamo tutti sempre più colpiti da intolleranze alimentari.
Traduttori: Paola Bertante
Aggiustare l’universo
Di Raffaella Romagnolo, letto da Chiara Francese.
Chiara legge vellutatamente, flautando la voce e costruendo un’atmosfera delicata sul testo. Il ritmo è buono, la prosodia interessante e ben articolata.
Le pause sono abbastanza naturali e il ritmo è coinvolgente, le intenzioni definite e, nel complesso, Chiara disegna molto con la voce il che porta dentro la storia in maniera incredibilmente efficace, senza mai rendersi protagonista al posto del narratore o dei personaggi.
La sua voce è brezza primaverile, di quella tiepida quando hai il sole caldo sulla pelle; i colori sono panna, rosa antico e oro, con scintillii perlacei e sensazioni tattili di farina rimacinata, di quelle sottili che sembrano velluto, oppure dell’interno delle conchiglie, che quasi sembrano di gomma da quanto sono lisce.
Posto che la lettura mi è piaciuta davvero tanto, ignoro se questo modus flautato sia suo o sia stato chiesto in regia, ma lo trovo una scelta azzardata per due motivi ben distinti e scollegati: il primo è che, di riflesso, i respiri sono onnipresenti e invadono il narrato -nonché stancano prima la voce-; il secondo è che il trattamento audio deve essere fatto in maniera propria, con una cura maniacale che non sempre il rapporto tempo/costo può garantire, pena: l’attenzione del lettore che viene meno dopo dieci minuti per troppo carico.
Ottobre 1945. L'anno scolastico inizia in ritardo. È il primo dell'Italia liberata e non è semplice ripartire dalle macerie. La maestra Gilla guarda con angoscia quei muri che fino a poche settimane prima alloggiavano nazisti. È arrivata a Borgo di Dentro per sfuggire alle bombe che martoriavano la sua Genova, e come tanti giovani ha combattuto e ha rischiato la vita, scommettendo sulla costruzione di un futuro migliore che altri compagni non vedranno. Ma ora non vuole pensare a quello che la guerra le ha tolto, e le ventitré allieve di quinta elementare che ha di fronte sono una ragione sufficiente per tenere a bada la tristezza.
Al suono della campanella è rimasto un posto vuoto, in prima fila. La bambina a cui è destinato raggiunge la classe poco dopo, accompagnata dalla bidella e da un biglietto del direttore. Si chiama Francesca e arriva dal vicino orfanotrofio. È preparata, diligente, ma non parla e Gilla nei suoi occhi riconosce subito la tristezza di chi si trova solo in un mondo cui non appartiene.
Per entrambe c'è stato un prima e c'è stato un dopo. Ma se Gilla del passato vorrebbe liberarsi, per Francesca è l'unico posto in cui desidera tornare. Perché lì sta la sua famiglia, quella per cui il suo nome era Ester e con cui viveva a Casale Monferrato, prima che i "provvedimenti per la difesa della razza" impedissero a suo padre di insegnare, a suo nonno di vendere stoffe, a lei e sua madre di condurre una vita degna di questo nome. L'ultimo ricordo felice di Ester è una gita sul Po. Dopo, solo la colpa di essere ebrei. Ora dei genitori non sa più nulla, e la speranza che tornino a prenderla, come le hanno promesso, l'abbandona un po' ogni giorno. Gilla ha intuito cosa nasconde l'ostinato silenzio della bambina, e sa che per riparare ciò che si è rotto servono calma e pazienza. Le stesse che usa con un vecchio planetario meccanico che la sera aggiusta sul tavolo della cucina, formulando lezioni immaginarie per le sue allieve.
Con la grazia di chi sa di maneggiare esistenze fragili e preziose e il rigore di un meticoloso lavoro di ricerca, Raffaella Romagnolo scrive un romanzo di dolore e rinascita su un momento storico da cui ancora oggi è impossibile distogliere lo sguardo.
La neve era sporca
Di Georges Simenon, letto da Marco D’Amore.
Adoro la voce di Marco.
C’è qualcosa in questa lettura, però, che non mi convince.
Buono il lavoro fatto sui respiri, ma questo “andare in basso” con la voce per -presumo- coinvolgere, suona da una terra di mezzo tra il ricercato e il forzato e in potenza distrae dal contenuto; in qualche modo sembra che l’enfasi venga data alla parola e al modo in cui viene fatta suonare decontestualizzandola dal contenuto della frase.
L’intelligibilità ogni tanto vacilla, a tratti influenzata dal regionalismo che salta fuori anche nella melodia e in certe consonanti; nel complesso il testo risulta difficile da seguire se non ci si dedica un’attenzione più che focalizzata.
Come sempre, le mie impressioni sono soggettive e ci tengo a sapere come ti arriva questa lettura :)
Il timbro di Marco ha il viola delle violette, acceso e al tempo stesso ombroso, col guizzo di vita del giallo e le tinte misteriose dell’indaco; ha il sapore di quel mix tra gorgonzola e mascarpone che ogni tanto si trova nelle gastronomie e spesso si mangia in inverno, durante le feste e al tatto è ruvida, porosa come la pietra pomice.
Frank ha diciannove anni ed è figlio dell’attraente tenutaria di una casa di appuntamenti in una città del Nord durante l’occupazione nazista. Freddo, scostante, insolente, solitario, Frank vuole in segreto una cosa sola: iniziarsi alla vita. E crede che il modo migliore per farlo sia uccidere qualcuno senza ragione. Con sbalorditiva sicurezza, Simenon entra nella testa di questo personaggio al limite fra l’abiezione e una paradossale innocenza, e intorno a lui fa vivere il mondo della neve sporca – la sordida scena di una città dove tutto è tradimento, rancore, doppio gioco. Titolo originale: La neige était sale. © 1948 Georges Simenon Limited, all rights reserved. Per la traduzione: Mario Visetti.
Un altro giro di giostra
Di Tiziano Terzani, letto da Edorardo Siravo
Ho amato questo libro.
Edoardo legge bene - non è proprio una passeggiata leggere Terzani- ma credo si tratti di una lettura a prima vista e non preparata, perché ogni tanto le intenzioni suonano recuperate al momento.
L’intelligibilità scarseggia più di quanto dovrebbe, la ripresa è strana nel suono, ci sono molti rumori di bocca e diversi rumori di fondo nonché un riverbero pressato che appesantisce l’ascolto.
Nel complesso non riesco a seguire la lettura come vorrei e riconosco la complessità di una produzione del genere ma, proprio perché produzione di un titolo particolare e particolarmente caro a molti, forse avrei contemplato una regia più serrata, una miglior preparazione sul testo e un editing più accurato.
La voce di Edoardo è corposa come gli impasti molto lievitati di grano duro, di quelli coi semi dentro; profuma di forno caldo -non di quelli a legna però- e ha i colori del terra di Siena e della polvere di mattone. Al tatto è un po’ come quelle cortecce lisce, tipo le betulle, che lasciano le bricioline sui polpastrelli.
Viaggiare è sempre stato per Tiziano Terzani un modo di vivere. Quando scopre di avere il cancro viaggiare alla ricerca di una soluzione è la sua risposta istintiva. Questo è un viaggio diverso da tutti gli altri, e anche il più difficile perché ogni passo, ogni scelta - a volte fra ragione e follia, fra scienza e magia - ha a che fare con la sua sopravvivenza. Strada facendo prende appunti. Da una lunga permanenza a New York e poi in un centro "alternativo" della California nasce un ritratto inquietante dell'America. Da un lungo girovagare per l'India, compresi tre mesi passati da semplice novizio in un ashram, sempre in cerca di qualcosa o qualcuno che possa aiutarlo, Terzani arriva ad una visione di quel che di più profondo questo paese ha da offrire all'uomo: la sua spiritualità. Ogni cultura ha il suo modo di affrontare i problemi umani, specie quelli della malattia e del dolore. Così, dopo essersi interessato all'omeopatia, Terzani si rivolge alle culture d'Oriente sperimentando sulla propria pelle le loro soluzioni, siano esse strane diete, pozioni di erbe o canti sacri. Medicina tibetana, cinese, ayurveda, qi gong, reiki, yoga e pranoterapia sono fra le sue tappe. Alla fine il viaggio esterno alla ricerca di una cura si trasforma in un viaggio interiore, il viaggio di ritorno alle radici divine dell'uomo. La cura di tutte le cure è quella di cambiare punto di vista, di cambiare se stessi e con questa rivoluzione interiore dare il proprio contributo alla speranza in un mondo migliore. Tutto il resto inutile? Niente affatto. Tutto serve, la mente gioca un enorme ruolo nelle nostre vite, i miracoli esistono, ma ognuno deve essere l'artefice del proprio. Un libro sull'America, un libro sull'India, un libro sulla medicina classica e quella alternativa, un libro sulla ricerca della propria identità.
Crave
Di Tracy Wolf, letto da Stefania Rusconi.
Ho deciso di pescare un genere dai suggerimenti di Kobo e sono stata catturata dalla dicitura “paranormal romance” che mi ha fatto ridere tantissimo.
Appena è partito l’audio ho amato il timbro di Stefania.
La lettura è colorata, nel perfetto stile di questo genere in audio, con una buona dinamica, pause efficaci e intenzioni marcate.
Buona intelligibilità, colori interessanti e gestiti in maniera efficace, mi è piaciuta un sacco! L’audio è un po’ metallico ma sto ascoltando da Kobo per la prima volta e non so ancora se la piattaforma comprima e quanto l’audio caricato.
La voce di Stefania è un gelato al fiordilatte con le fragole fresche (ma senza la panna montata), con quel mix di panna e frutta fresca sul palato; ha i colori del magenta caldo, che quasi vira al porpora, e sotto le dita è una pashmina primaverile, con quella fibra mista viscosa e cotone che scivola tra le mani e sta tra il tiepido e il fresco all’occorrenza.
Ho notato che, in generale, questi generi vengono apprezzati/prodotti/diretti con un quid espressivo in più e un accento sonoro vagamente teatralizzato; devo dire che non mi dispiace questo mood Ally McBeal & company nonostante non sia grande ascoltatrice di romance.
Tu ascolti il genere? Mi suggerisci qualche altro titolo da ascoltare?
Si è mostri solo perché ci si comporta come tali?
Arriva finalmente in Italia Crave, il primo, attesissimo volume della serie paranormal romance di Tracy Wolff, autrice bestseller del New York Times, che ha lasciato a bocca aperta i lettori americani. Il romanzo, in corso di pubblicazione in diversi Paesi, diventerà presto anche un film prodotto dalla Universal Pictures.
In seguito alla morte improvvisa dei genitori, Grace è costretta a lasciare la sua amata San Diego e trasferirsi in Alaska, terra di cui non conosce praticamente nulla. Il primo impatto non è dei migliori: un atterraggio da panico su una pista ghiacciata e un viaggio rocambolesco a bordo di un gatto delle nevi, a temperature polari. Tuttavia, quando arriva alla Katmere Academy, la scuola esclusiva di cui suo zio è preside, la ragazza non può che rimanere a bocca aperta alla vista della sua nuova casa: un maestoso castello con le torri che svettano nel cielo nero. Ma l'incanto svanisce in fretta.
Tempo un quarto d'ora e Jaxon Vega, il leader indiscusso della scuola, la minaccia e le intima di tornarsene da dove è venuta. Benché indignata e confusa dalle sue parole, Grace è affascinata da quel ragazzo misterioso, con il volto solcato da una cicatrice e gli occhi scuri che celano a stento una grande sofferenza. E decide di scoprirne ogni segreto. Più indaga, però, più si rende conto che Jaxon e i suoi compagni sono tutto fuorché comuni studenti e che alla Katmere Academy niente è come sembra. Quando il soprannaturale fa irruzione con prepotenza nella sua vita, Grace si aggrappa disperatamente all'unica cosa che considera reale: i sentimenti che prova per Jaxon. Saranno sufficienti a permetterle di sopravvivere in un mondo in cui i mostri esistono e non si nascondono sotto il letto?
L'ultima cosa che mi ha detto
Di Laura Dave, letto da Elisa Giorgio.
Ho fatto un patto con Cristina Origone di Gialli di Carta e Agatha: siccome io non so navigare in questo genere letterario -mentre lei è una corsara dei 7 mari di carta- mi consiglierà un giallo da ascoltare in cuffia e mi darà anche un assaggio di recensione scritta di suo pugno.
È partita benissimo perché mi ha suggerito una lettura della mia amata Elisa!
E va beh, che ti devo dire? Per me Elisa Giorgio può leggere anche le istruzioni dell’Ikea ed è efficace.
Tempi, intelligibilità, transizione tra voce narrante e personaggi, melodie…sono pronta a scommettere che i suoi respiri sono coerenti con il testo (cosa decisamente NON scontata!!).
La lettura coinvolge, tiene sul pezzo, ma -troviamo il neo anche qui- le pause sono un filo più corte del solito, può dipendere dalla post e -a volte- dai ritmi richiesti ai narratori, ma di sicuro affaticano un filo il carico cognitivo che, specie nei gialli, ha bisogno di qualche istante in più per capire cosa sta succedendo.
La sua voce qui mi arriva come la torta di carote, col retrogusto di nocciola e dolce-salato dell’impasto; ha i colori di un campo di lavanda di prima mattina, con il profumo della lavanda fresca, non quella secca, che si mescola all’odore dell’umidità del mattino in natura. Al tatto è come le foglie della zamioculcas (questa è difficile, lo so) che sembrano quasi finte da quanto sono lucide.
Ed ecco la recensione di Cristina, che trovi in versione completa sul suo profilo Instagram.
Questa lettura è stata un viaggio emozionante e vertiginoso nel cuore oscuro dei segreti familiari e della doppia vita. Il libro si apre con un'atmosfera ordinaria, ma con una tensione sottesa che esplode quando Hannah Hall si ritrova di fronte a una ragazzina sconosciuta e a un biglietto dal contenuto inquietante. Questa scena iniziale è un esempio perfetto di come l'autrice giochi abilmente con le aspettative del lettore, creando un equilibrio tra ciò che appare in superficie e ciò che si nasconde.
La trama avanza attraverso una serie di rivelazioni, ciascuna delle quali fa emergere nuovi strati della verità.
La prosa scorrevole e la storia avvincente rendono questo libro una buona lettura per chi, come me, ama i dramma familiari.
Saloniamo?
Ci sarai al Salone del Libro di Torino?
Io ci sarò dal 9 al 12 (se sopravvivo!) e mi vedrai in giro con H4 e microfono a raccogliere materiale per Mettiamoci la Voce come inviata stampa, a salutare collaboratori, colleghi e clienti assortiti.
Ti avviso già che dovrò -tristemente- andarci piano con il caffè perché Blue (il mio morbo di Crohn) è un po’ birichino in questo periodo, ma un abbraccio ce lo scambiamo di sicuro!
In caso, fammi un fischio ;)
Se invece resti a Genova…
C?è un evento fighissimo a tema olistico l’11 e il 12 maggio, il Convegno Yangsheng per i 30 di AMAL ;)
GAMESTETICA by Sociological Game
Gabriele è un sociologo del gaming e ha fatto un lavoro pazzesco in questo suo podcast, che trovi su Spotify e Youtube indifferentemente.
Scopri la sua attività sul suo profilo Instagram e ascolti uno dei suoi episodi nel video che ti lascio qui sotto
Io, da brava ex giocatrice che ha appeso il joypad al chiodo, non sono ferrata dal panorama attuale dei videogiochi, ma riconosco l’incredibile lavoro di ricerca e divulgazione di questo progetto.
Non è la prima volta che vengo -piacevolmente- coinvolta in questo ambito (ti ricordi NeuroPsicoGaming di Sebastiano Pocchi? Ho fatto con lui la puntata su Gris)
Vuoi lavorare con me?
Lavoriamo bene insieme se ci scegliamo consapevolmente.
Vuoi produrre il tuo audiolibro? Devi registrare un audiolibro per qualcuno e ti serve regia o post-produzione? Potrei essere la persona che fa per te ;)
Di cosa mi occupo
Audiobook Producer, vocal coach per narratori e podcaster;
narratrice indipendente, consulente di produzione per l’editoria audio, regista e tecnico di post-produzione di audiolibri, formatrice di propedeutica vocale, podcaster, facilitatrice di meditazione mindfulness, Igiene Sonora e Circle Reading®; operatrice di tecniche di arte-terapia a orientamento creativo.
Cosa devi sapere di me
ho un team interiore che si occupa di tutte le cose che faccio
ho una passione smodata per carte e tarocchi ad uso creativo
no ho mai visto Twin Peaks
alcuni elementi di questa lista cambiano ad ogni invio
bevo troppi caffè
Ciao, in effetti mi era venuto il dubbio che il commento non si riferisse al testo subito sopra, perché ho notato andando avanti che non dopo tutti i titoli c'era l'opposto tasto "commenta"
Mi riferivo a L'intestino felice, anche se spesso colgo poco i rumori di fondo giacché solitamente ascolto da cellulare. Ho apprezzato Edorado Sirano, per me un ascolto facile, credo ci sia l'intenzione di riprodurre un po' il Terzani originale. Notte 😊
Ciao, concordo in toto con le tue osservazioni su questa narrazione.