#NN L'audiolibro è una cosa da uomini?
Un autore/protagonista maschile deve essere letto "per forza" da una voce maschile?
Quando ho pensato a questo episodio, ho fiutato subito il pericolo da dargli un titolo del genere ma, in tutta sincerità, non ne ho trovato uno migliore.
Partiamo da qui: tutto ciò che argomenteremo in questo episodio (sia audio che testuale) nasce dalla sincera volontà di condividere un argomento che, secondo me, è interessante da discutere insieme.
Ascolta l’episodio qui:
Come sai, ho un canale Youtube nel quale ho portato diversi audiolibri liberi dai diritti quando mi allenavo a farne e dove, ogni volta che ho tempo e modo, leggo all’impronta. Ecco, quando scegli di gestire delle letture ad alta voce su piattaforme social, devi obbligatoriamente riferirti a testi che non ledano diritti commerciali, il che significa scegliere tra un enorme numero di titoli di inizio novecento a ritroso, di autori che spaziano dai più noti ai più sconosciuti.
Promemoria sui diritti commerciali: abbiamo fatto un webinar gratuito con l’avvocato Alessandro Vercellotti proprio per parlare di lettura ad alta voce online e diritti.
Te lo lascio da rivedere se l’hai perso ;)
Tornando a noi, indovina un po’ quante sono le autrici donne a nostra disposizione?
Solo nel periodo compreso tra il 1800 e il 1950, quindi quello più vicino alle opere di libero dominio, le autrici pubblicate sono racchiuse in una percentuale tra il 5% e il 20% a seconda dei paesi, con un incremento percentuale significativo solo a partire dal 1850 circa.
Tra queste autrici, solo il 50% scriveva storie con protagoniste femminili.
Ciò significa che, se vuoi leggere pubblicamente -quindi su un canale Youtube e simili- testi liberi dai diritti, ti capiterà mooooolto più spesso di leggere di protagonisti uomini, e incontrerai un buon numero di narrazioni in prima persona.
Ora, mi è capitato davvero in diversissimi contesti di sentire frasi del tipo “eh ma se il protagonista è un uomo e legge una donna, non va bene”. E mi è salito, quasi tutte le volte, il sangue al cervello.
No no, aspetta, che già ti vedo col telefono in mano a chiamare la polizia del sessismo facile, siediti e continua a leggere, che se ti perdi il ragionamento non capisci dove voglio andare a parare!
Dal libro alla realtà, e ritorno
Siamo tuttə d’accordo nel dire che la narrativa (quando non biografica) parla di storie inventate, per quanto vero-simili? Esattamente come i film?
Sì? Bene.
Siamo tuttə al corrente del patto di sospensione di incredulità?
No? Bene.
Chiedo aiuto a casa e lascio che Maria Grazia Tirasso, autrice, regista e docente teatrale, spieghi brevemente di cosa si tratta (la ascolti in versione integrale nella puntata del podcast) perché il mio ragionamento passa proprio da qui.
(…) riguarda l'atteggiamento del pubblico nei confronti dello spettacolo, ed è una sorta di patto non detto che si stabilisce implicitamente, per il quale lo spettatore sta al gioco degli attori, cioè per lo spazio della rappresentazione sospende appunto il giudizio critico, logico, che porterebbe a dire “questa è una cosa finta” e lo sospende in favore di un atteggiamento per cui gode anche di più di quello che sta vedendo (…)
In pratica è l’atteggiamento che assumiamo per goderci una storia, ben sapendo che è recitata, ma “stando al gioco” e credendo che l’attore sia quel personaggio.
Insomma, lo sappiamo tutti che Angelina Jolie non è Lara Croft, ma accettiamo di credere che lo sia per il tempo della narrazione, così ci godiamo la storia con zero pensieri accessori e possiamo uscire dalla sala riconoscendo che sia uno dei più brutti1 film ispirati ai videogiochi che sia mai stat-…sto divagando, vero?
Ciando alle bande.
L’audiolibro non è uno spettacolo teatrale ma va da sé che una lettura ad alta voce, perché funzioni, invita a sottoscrivere un’analogo patto di sospensione di incredulità perché è quanto meno ovvio che la voce narrante non sia un vero narratore onnisciente (se no sarebbe una divinità che ci guarda dall’alto) né che sia tutti i personaggi a cui dà voce.
Ti torna il ragionamento fin qui?
Ecco, se sì, allora spostiamo l’asticella di qualche tacca: se io, voce narrante femminile, leggo la narrazione in prima persona di un protagonista maschile, perché quel patto dovrebbe venire meno?
Se io, voce narrante una e non trina né multipla, dò voce a tutti i personaggi dell’audiolibro, perché quale patto dovrebbe venire meno?
Una storia ben raccontata/letta arriva al cuore, e lo fa grazie al tramite con cui arriva a noi (e bada che quel tramite è tutto il processo editoriale, ma noi ora stiamo facendo focus sulla voce narrante). Perché sindacare sulla natura fisiologica della voce del tramite?
Molte persone mi hanno risposto che si tratta di una questione di “credibilità”, ed è proprio su quel chiodo che voglio battere: cosa significa “credibilità” se parliamo di audiolibri?
Certo, immagino che per qualcunə l’immaginazione sia meglio veicolata da una coerenza vocale che interessi anche le frequenze proprie della voce, ma credo che, in molti casi, si tratti semplicemente di altro.
Un altro che può variare -e anche di molto- da una scarsa propensione all’immaginazione/visualizzazione (condizione che interessa molte più persone di quanto si pensi), alla semplice presa di posizione fino ad arrivare alla scarsa abitudine ad ascoltare belle letture. Sì. L’ho scritto.
Saper ascoltare e scegliere dedicare tempo all’ascolto sono qualità sottovalutate.
Quante persone ascoltano audiolibri a 1.5x?
Quante persone non sottoscrivono abbonamenti, mancando di nutrire l’orecchio con l’incredibile numero di narrazioni di qualità presenti sulle piattaforme dedicate?2
Quante persone dicono che il tal audiolibro è bello solo perché lo legge beniaminə del mio cuor o perché l’ha scritto nome famoso a caso e non per l’effettiva qualità della lettura?
Quante persone si predispongono a valutare anziché giudicare?
Ecco, il mio ragionamento vorrebbe invitare a fare proprio questo: quando ti capita di incappare in una voce femminile che legge una prima persona maschile o viceversa (seppur caso più raro), prova ad andare un attimino oltre quell’eventuale pre-giudizio, e prova ad ascoltare la storia e come viene letta nel suo complesso.
Ci sono voci bravissime che ti fanno letteralmente dimenticare il fatto che sia una sola persona a leggere, e addirittura di che sesso sia: contano la storia e ciò che della storia ti arriva attraverso la lettura.
Dipende dal genere?
Sarà il genere ad influenzarci quando asseriamo di preferire una voce maschile/femminile rispetto al suo opposto?
È così tremenda l’idea di sentire un romance letto da una voce maschile?
O un gotico letto da una voce femminile?
Sempre parlando di autori liberi dai diritti, soprattutto con le letture di Poe e Lovecraft ho rilevato una spaccatura abbastanza netta: chi dice che questi autori vadano letti solo da voci maschili e chi adora la voce femminile su questa tipologia di classici.
Per amore della chiarezza specifico che sto parlando di chi argomenta in maniera sensata questo tipo di preferenze. Escludo quindi da questo ragionamento quella fascia di persone che pretende una forma di “purismo” per cui “Ah, lo deve leggere solo lei/lui perché sì e gne-gne-gne!” o “Oh dei del cielo, se una donna legge Lovecraft è peccato nei confronti dei grandi antichi” e così via, perché di fronte a certi tipi di chiusura decade la possibilità di confronto che cerco con questi episodi.
Personalmente trovo che l’unica discriminante sia sempre e solo l’efficacia della lettura: se si legge bene, qualsiasi voce funziona; se si legge male, non funziona nulla.
Una riflessione a parte a parte può essere dedicata a quelle peculiarità del timbro che sono influenzate dal sesso della voce narrante per mera fisiologia: le corde vocali degli uomini sono più corte e spesse, dunque la timbrica è genericamente più grave, mentre quelle delle donne sono più lunghe e sottili, quindi la timbrica è genericamente più acuta. In questo senso, una voce particolarmente squillante/cavernosa potrebbe non essere efficace nel tal audiolibro, ma parliamo di dettagli che possono interessare una minima parte delle produzioni; le voci funzionano di più o di meno a prescindere dal sesso della persona al leggio.
Tu che patto stringi?
A questo punto sono curiosa di sapere cosa ne pensi tu, se e cosa ti indispone nell’ascoltare una prima persona maschile letta da una donna…
Ti va di farmelo sapere con un commento o rispondendo a questa mail?
Intanto, per chi ha meno tempo, facciamo un rapido sondaggino :)
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Lavoriamo bene insieme se ci scegliamo consapevolmente.
Mi occupo di editoria audio
Produco audiolibri per case editrici.
Sono consulente di produzione per l’editoria audio, regista e tecnico di post-produzione di audiolibri, formatrice di propedeutica vocale, narratrice e tutor per narratory. Ho ideato e conduco i Circle Reading® Laboratori di Voce e Lettura Creativa, e sono specializzata nella lettura per ragazzə.
Sono endorser per Flare Audio e uso i loro Calmer® per convivere con la misofonia,
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Cosa devi sapere di me
quando cucino, cucino sempre troppa roba!
vorrei saper fare parkour
ho un serio problema con le lucine (come con le dosi in cucina)
questa lista cambia ogni volta
guarda che Tomb Raider è tipo il mio videogioco preferito forever and ever, quindi lo dico con cognizione di causa e a malincuore
che non significa che sul web non ci sono belle letture, solo che sia più facile incappare in buone letture in un posto dove ce ne sono molte più a disposizione