In un mondo social pregno di opinioni e opinionisti, ho un po’ timore di parlare di recensioni in leggerezza. Quindi, come al solito, ti ricordo che l’intento di Narratrice Nomade è quello di aprire il dialogo, creare confronto e, soprattutto, avvicinarci alle storie raccontate ad alta voce.
Nell’episodio affronto l’argomento recensioni, dal punto di vista della voce narrante che, nei feedback, cerca punti di miglioramento del proprio lavoro; qui mi dedicherò principalmente al concetto del “lasciare recensioni” applicato all’audiolibro.
La recensione di un audiolibro non vive solo nella presunta domanda “ti è piaciuto?” bensì assume (l’ingrato) compito di feedback diretto per l’editore/la produzione su tutta una serie di scelte compiute: a partire dalla selezione del titolo/autore, passando per la scelta della voce fino a quella della produzione.
Attraverso la bontà della recensione siamo in grado di capire se e come stiamo dirigendo questo fantastico mondo dell’editoria audio che prende sempre più piede e -finalmente- alza sempre più l’asticella.
È solo grazie alle recensioni che possiamo aiutare il settore a compiere scelte sempre più consapevoli come chi far leggere, quali titoli produrre anche in audio, se e quanto aprire il mercato della vendita del singolo audiolibro…a proposito, hai visto che finalmente anche su Audible.it si possono acquistare i titoli? Evviva!
Ecco perché, a mio avviso, fare una recensione utile significa espandere un po’ il concetto di “bello/brutto”, argomentando le nostre impressioni, discutendo le nostre preferenze o meno, così da creare un sano terreno di crescita collettiva.
Sì, perché le recensioni ci aiutano tutty a migliorare il nostro lavoro nell’editoria audio.
Recensire…cosa?
Anzitutto cominciamo a capire “cosa” sono le recensioni e a cosa servono.
Secondo Treccani una recensione è un “esame critico, in forma di articolo più o meno esteso, di un’opera di recente pubblicazione: omaggio per r., con preghiera di r.; fare, scrivere una r.; r. breve, succinta, lunga, benigna, severa; il libro ha avuto r. favorevoli. Per estens., il termine è usato anche a proposito di spettacoli teatrali, cinematografici, mostre d’arte e simili: ho letto una r. molto positiva su quel film”.1
Nella realtà dei fatti e nelle piattaforme digitali, però, una recensione non è sempre un esame critico, quanto più un parere personale riguardo la tal opera o, nel nostro caso, dell’audiolibro. Spesso -e comprensibilmente- lasciamo recensioni anche quando non siamo preparati per esprimere una vera e propria valutazione, una critica o un qualsiasi tipo di commento tecnico, dunque le recensioni -intese in questo senso- appartengono un po’ più al mondo della pancia e della relazione.
E sono proprio quella pancia e quella relazione che ci raccontano, a volte in maniera indiretta, la bontà delle scelte di produzione, anche quando non sono tecniche e/o settoriali.
Aprendo un po’ l’argomento ti chiedo: se di un libro siamo soliti discutere trama, personaggi e scrittura, come dovremmo approcciare la recensione di un audiolibro?
Ci diciamo se è bella la storia, se ci ha catturato il tal personaggio, se l’autore/autrice ha mantenuto le promesse, se la scrittura era movimentata o lenta…Nella maggior parte dei casi ne affrontiamo la recensione come se si trattasse di un libro, ma…la voce? La lettura ad alta voce? Quanto pesano nella nostra percezione della storia?
Tantissimo!
Una buona lettura riesce a salvare anche storie meh, mentre una lettura non efficace riesce a radere al suolo ottime trame.
Ad oggi l’unica piattaforma che si cura di scindere la voce dalla storia è Audibile, che ci invita a valutare separatamente la lettura dalla trama, mentre nelle altre dobbiamo riuscire ad avere noi quel guizzo di creatività in più che, oltre le stelline cliccabili, ci fa spendere due parole per apprezzare -o meno- la voce narrante.
Quindi per poter recensire un audiolibro devo intendermene di lettura espressiva? 🤔
E qui accade la magia: no, per niente.
Perché la vera forza di una lettura efficace è proprio che puoi non capirci nulla di lettura espressiva per poterla apprezzare.
Quando una lettura non ci piace, spesso è difficile dire “cosa” esattamente non ci piaccia, ma il fatto che una lettura arrivi come “piatta”, “noiosa”, “monotona” o persino “fastidiosa” può dipendere sia da una lettura poco efficace che da un editing fatto male ma, in entrambi i casi, se è venuto meno il gancio nell’ascolto, possiamo trovare nelle recensioni dei punti di miglioramento nel nostro lavoro.
È molto facile che le recensioni si limitino a “bella voce” o cose simili, e sebbene si tratti di un complimento, limitarsi a scrivere “bella voce” o “bella lettura” è gratificante ma meno utile a livello professionale, perché se ci pensi bene: cos’è che fa bella una voce?
La piacevolezza del timbro? Questo, però, non implica che la lettura sia buona.
Ed è possibile che una bella voce legga male? Sì, eccome.
Suvvia poi diciamocelo: siamo un po’ stufe di porre sempre e solo la “bellezza” prima di ogni altra cosa. Esattamente come nella recitazione, la competenza viene prima di ogni componente estetica: una voce meravigliosamente suadente può leggere molto male.
E, fidati, non sono pochi i casi in cui si mettono 5 stelle ad un audiolibro solo perché la voce è particolarmente amata a livello sonoro (parliamo sempre di qualità timbrica e non di efficacia sul testo) e/o perché lo è il personaggio che la porta.
[Succede anche con l’autore particolarmente noto anche quando scrive libri oggettivamente brutti, ma io qui parlo solo di voce e non aprirò questo vaso di Pandora]
Se, però, volessimo andare oltre il “bella voce/lettura”, cosa potremmo considerare?
Penando possa esserti utile avere degli input, eccoti alcune domande che potresti porti quando ascolti un audiolibro.
riesco a seguire facilmente la storia?
riesco a comprendere chiaramente cosa dice la voce narrante?
devo alzare o abbassare il volume ogni tot?
c’è qualcosa che mi crea fastidio alle orecchie quando ascolto?
ho l’impressione che la voce narrante non capisca cosa legge?
la lettura è più veloce/lenta di quanto avrei bisogno fosse?
…riesco a dimenticarmi che c’è qualcuno che legge e affidarmi alla storia?
Come vedi, nulla di tecnico, solo fattori relazionali propri della lettura ad alta voce in audio, alla portata di tutte/i. Eppure questi dettagli, molto più di “bella/brutta la voce”, ci aiutano a capire se le scelte che abbiamo fatto sono state appropriate per quella produzione.
Perché non (solo) “bella”
Aspetta, non è che non si può dire che una voce è bella, ma è poco utile limitarsi a dirlo -seppur estremamente piacevole- se è un solitario complimento non argomentato.
Bella…perché ha letto in modo avvincente?
Bella…perché ha saputo ritmare la lettura?
Bella…perché ha caratterizzato più voci in maniera efficace?
Bella…perché ci ha preso per mano e ci ha accompagnati?
Bella, di per sé è un aggettivo qualificativo decisamente legato al gusto personale e, nell’idea che una recensione serva a capire se e cosa funziona/non funziona.
Un po’ come se la tua amica ti chiedesse “Sto meglio con il vestito blu o con quello verde?” e tu le rispondessi “Ti sta bene il vestito!” 😅
Cosa vogliamo sentirci dire?
Per l’amor del cielo, leggere “bella voce” è sempre piacevole (lo ripeto per l’enessima volta casomai qualche persona sia già partita per la tangente al grido di “non si può più dire nulla!!!”) ma nell’attuale panorama dell’audiolibro, con molti editori che stanno ancora cercando di capire se investirci o meno, limitarci a esprimere giudizi basati sulla “bellezza” di una voce o al tifo -sconsiderato o meno- per la persona al leggio, non aiuta a costruire il giusto interesse intorno alla meritevole arte della lettura ad alta voce, che non si basa sulla bella voce bensì su una serie di competenze proprie dell’arte.
Sono consapevole di essere allergica a quelle forme troppo “estetiche” di giudizio, quindi ci tengo a ribadire che ciascuno fa recensioni esattamente come gli/le pare e piace. Però, se vogliamo provare a metterci in gioco come ascoltatori e come voci, di riflesso, possiamo provare a sganciarci un po’ da quei canoni tipici dell’apparato visivo, per i quali è tutto meritevole solo se esteticamente gradevole, e tanti saluti alla sostanza o al dietro le quinte.
La bontà, l’efficacia di una narrazione è frutto dell’impegno, della sensibilità e di ore (e ore, e ore) di lavoro al leggio.
Farsi un mazzo tanto per rendere al meglio un testo e sentirsi restituire solo un “bella la voce” può essere avvilente quando hai passato ore a curare ogni sfumature della messa in voce, quando il fonico si è scartavetrato le orecchie per rifinire i più piccoli respiri, quando un intero team ha cercato per settimane la voce più adatta a quel testo o quel testo più adatto all’investimento di produzione.
Pensiamoci: se tutto è solo bello o brutto senza argomentazioni costruttive, allora il mondo diventa bianco o nero, senza le bellissime sfumature di grigio proprie della vita e della crescita personale/professionale.
Sviluppare il lessico
Proviamo a costruire un modo utile di parlare di voce e di lettura?
La prossima volta che ascolti un audiolibro, prova a descrivere la voce narrante con tre parole, le prime che ti vengono in mente e che non siano legate esclusivamente ad una bellezza/bruttezza percepite.
Ti sembra un voce leggera o pesante?
Danza sul testo o si muove a passo di marcia?
Esplode o si ritira mentre legge?
Ti ricorda colori o profumi?
Secondo te è adatta a quella storia/personaggio?
Abbraccia nei momenti giusti?
Sa tenerti sulle spine quando serve?
Ti coinvolge?
TI dimentichi di lei e ti lasci portare nella storia?
Se ti va di condividere le tue risposte, ti leggo volentieri :)
E se vuoi indicarmi anche a quali libro/voce ti riferisci, mi farà ancora più piacere!
Vuoi lavorare con me?
Lavoriamo bene insieme se ci scegliamo consapevolmente.
Mi occupo di editoria audio
Produco audiolibri per case editrici.
Sono consulente di produzione per l’editoria audio, regista e tecnico di post-produzione di audiolibri, formatrice di propedeutica vocale, narratrice e tutor per narratory. Ho ideato e conduco i Circle Reading® Laboratori di Voce e Lettura Creativa, e sono specializzata nella lettura per ragazzə.
Sono endorser per Flare Audio e uso i loro Calmer® per convivere con la misofonia,
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Cosa devi sapere di me
quando cucino, cucino sempre troppa roba!
vorrei saper fare parkour
ho un serio problema con le lucine (come con le dosi in cucina)
questa lista cambia ogni volta
https://www.treccani.it/vocabolario/recensione/
Ciao, da quando ti conosco e leggo ciò che scrivi, è cambiato anche il mio approccio alle recensioni. Cerco di esprimere impressioni specifiche su cosa ho più o meno apprezzato, nel secondo caso, spero con il dovuto rispetto e un po' di garbo, perché so quanto lavoro c'è dietro.
Apprezzo una buona dizione ma posso accettare qualche errore se l'insieme risulta comunque gradevole. Non sopporto invece le esse pronunciate zeta, soprattutto da nomi molto noti, eh no, non basta un bel timbro per perdonare tutto. Grazie per quello che scrivi, mi ha allargato l'orizzonte.
Adoro poi quando associ le caratteristiche vocali ai colori, spezie e sapori, mitica! Inarrivabile per me
Terminato di leggere il tuo articolo sono corsa a rileggere le mie recensioni su Audible. Prima di scriverle mi pongo sempre il problema: recensire il libro, la voce o entrambi? Io opto per la terza e cerco di dare un feedback ad entrambi gli aspetti. Ci sono alcune voci con cui proprio non entro in empatia (ma non ti scriverò MAI qui i nomi perché si tratta di un’opinione personalissima!). Tendenzialmente non amo chi “recita” eccessivamente nella lettura e ho notato questo aspetto soprattutto negli audiolibri italiani, i lettori inglesi difficilmente inciampano nella recitazione accentuata. Il mio lettore TOP? Stephen Fry! Riesce a farti entrare completamente nella storia! (Ovviamente mi riferisco ai “suoi” HP!). Il suo Hagrid PERFETTO!